Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Giacomo da Lentini
Uno disïo d'amore sovente

vv. 37-48
Donqua s'Amore non vole ch'eo taccia, / non vi dispiaccia / s'Amore è d'uno folle pensamento: / quell'è la gioia che più mi solazza, / par che mi sfazza, / ch'eo ebbi di voi, donna, compimento; / ma no·l vorria avere avuto intando / che vo pensando, / e convenmi partire, / in altra parte gire: / la gioi che di voi, donna, aggio avuta, / no la mi credo aver mai sì compiuta.


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
AMORamoreAmoretraslatoA - Amore
PLENUScompimentocompimentotraslatoI - Amante
MULIERdonnadonnaproprioA - Amato/amata
INSANUSfollefolletraslatoA - Amore
GAUDIUMgioiagioiproprioI - Amante
GAUDIUMgioiagioiaproprioI - Amante
COGITAREpensamentopensamentoproprioA - Amore
DEPERIREsfarsisfazzatraslatoI - Amante
PLACEREsollazzaresolazzaproprioI - Amante
SILENTIUMtaceretacciaproprioI - Amante
I - Poeta
VELLEvolerevorriaproprioI - Amante




Commento:

"Canzone sulla gelosia di chi ha avuto la ricompensa, il guiderdone, ma è costretto a partire (dunque un'altra variante sul tema della separazione e della lontananza ...) e per il timore delle conseguenze non sa se dichiarare la propria condizione di amante fortunato" (ed. Antonelli, p. 238).

Non è chiaro perché l'amante dichiari di dover partire, / in altra parte gire: Antonelli suggerisce che sia da porre in relazione al compimento ('appagamento del desiderio amoroso') "e ad eventuali accuse, cfr. v. 60".