Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Guglielmo IX
BdT 183.2, Ben vueill que sapchon li pluzor

vv. 8-14
Eu conosc ben sen e folor, / e conosc anta et honor, / et ai ardiment e paor; / e si·m partetz un joc d'amor, / no soi tan fatz / no sapcha triar lo meillor / d'entre·ls malvatz.


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
DEDECUSantaantaproprioI - Amante
I - Poeta
ANIMUSardimenardimentproprioI - Amante
I - Poeta
SCIENTIAconoisserconoscproprioI - Amante
I - Poeta
INSANUSfolorfolorproprioI - Amante
I - Poeta
HONOSonorhonorproprioI - Amante
I - Poeta
METUSpaorpaorproprioI - Amante
I - Poeta
SAPIENTIAsensenproprioI - Amante
I - Poeta




Commento:

L'iperbolico gap ('vanto') dell'autore relativo alla propria conoscenza - da intendersi evidentemente come concreta esperienza - è reso all'inizio di questa cobla e della seguente, anaforica (Eu conosc be sel que be·m di / e sel que·m vol mal atressi, vv. 15-16), mediante una serie di antitesi. 

Nella seconda parte della cobla viene introdotta la tematica amorosa, qui ancora legata, almeno esplicitamente, a quella del comporre poetico: partir un joc d'amor significa infatti primariamente 'dibattere un argomento d'amore' (il joc-partit diventerà un genere di grande successo nella storia della poesia trobadorica successiva), ma l'allusione a 'giochi erotici' meno intellettuali pare evidente, considerati gli sviluppi successivi del componimento (l'argomento erotico sostituisce del tutto quello poetico a partire dalla quarta cobla: cfr. il joc grosser del v. 45).