Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Guglielmo IX
BdT 183.8, Molt jauzions mi prenc amar

vv. 43-48
Ren per autrui non l'aus mandar, / tal paor ai c'ades s'azir; / ni ieu mezeis, tan tem faillir, / non l'aus m'amor fort asemblar; / mas ela·m deu mon meils triar, / pos sap c'ab lieis ai a guerir.


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
AMORamoramorproprioI - Amante
ANIMUSauzarausproprioI - Amante
SALUSgarirguerirproprioA - Amato/amata
METUSpaorpaorproprioI - Amante
IRAadirars'azirproprioA - Amato/amata
METUStemertemproprioI - Amante




Commento:

La paura dell'amante, reiteratamente espressa nei primi vv. di quest'ultima cobla, si stempera nella fiduciosa aspettativa che l'amata sappia (fare) ciò che è meglio per lui: donde la certezza finale della 'guarigione' (la premessa si trova al v. 25, Per son joi pot malaus sanar). La metafora medico-sanitaria riferita all'amore, indipendentemente dalla compresenza di doti taumaturgiche nell'amata, è consueta tanto in Guglielmo IX quanto nel pressoché contemporaneo Jaufre Rudel. 

Per asemblar (v. 46), 'rendere manifesto', cfr. DI GIROLAMO 2014, p. 28.