Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Guglielmo IX
BdT 183.2, Ben vueill que sapchon li pluzor

vv. 15-21
Eu conosc be sel que be·m di / e sel que·m vol mal atressi; / e conosc be celui que·m ri, / e sels que s'azauton de mi / conosc assatz: / e atressi dei voler lur fi / e lur solatz.


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
SCIENTIAconoisserconoscproprioI - Amante
I - Poeta
RIDERErirritraslatoA - Amato/amata
A - Pubblico
PLACEREadautars'azautonproprioA - Amato/amata
A - Pubblico
PLACEREsolatzsolatzproprioA - Amato/amata
A - Pubblico




Commento:

L'iperbolico gap ('vanto') dell'autore relativo alla propria conoscenza è reso, a partire dall'inizio della cobla precedente (Eu conosc ben sen e folor, / e conosc anta et honor, / et ai ardiment e paor, vv. 8-10), qui ripreso anaforicamente, mediante una serie di antitesi. 

Al disotto del tema del rapporto con il proprio pubblico - "coloro che a cui piaccio", v. 18, di cui "devo volere la fedeltà e il sollazzo" - traspare quello con la propria donna.