Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Annalisa Perrotta
Anonimo
Chanson de Roland

vv. 443-449
Quant le vit Guenes, mist la main a l'espee; / cuntre dous deie l'ad del furrer getee, / si li ad dit: «Mult estes bele e clere! / Tant vus avrai en curt a rei portée! / Ja ne·l dirat de France li emperere / que suls i moerge en l'estrange cuntree; / einz vos avrunt li meillor cumperee!»


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
PULCHERbelbeleproprioI - Cavaliere
LUXclerclereproprioI - Cavaliere
IMPERIUMcortcurtproprioI - Cavaliere
IMPERIUMemperëoremperereproprioI - Cavaliere
ARMAespeeespeeproprioI - Cavaliere
DIVERSUSestrangeestrangeproprioA - Cavaliere
IMPERIUMroireiproprioI - Cavaliere




Commento:

Nell'ambasceria a Marsilio, Gano affronta dapprima la minaccia fisica, quando il sovrano saraceno fa per attaccarlo con il giavellotto con le penne d'oro. Per difendersi, estrae un poco la spada dal fodero e si propone - rivolgendosi alla spada stessa -  di venderla a caro prezzo. La spada, "bele e clere", è un oggetto fortemente identitario del cavaliere,  punto di riferimento nel momento del pericolo: in quanto protegge la vita, rappresenta essa stessa la vita. Non solo la spada definisce il cavaliere in questo passo: la corte e l'imperatore, di cui immagina i giudizi, sono parte del lessico identitario rispetto al quale Guenes si definisce. Se il cavaliere è tale in quanto è legato a una terra, la "estrange cuntree" in cui immagina di morire appartiene all'ambito dell'alterità, rispetto alla quale definisce ciò che è proprio e gli appartiene: la corte, l'imperatore, appunto.