Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Annalisa Perrotta
Anonimo
Chanson de Roland

vv. 310-316
– En Sarraguce sai ben qu'aler m'estoet; / Hom ki la vait, repairer ne s'en poet. / Ensurquetut si ai jo vostre soer, / Si·n ai un filz, ja plus bels n'en estoet: / Ço est Baldewin,– ço dit – ki ert prozdoem. / A lui lais jo mes honurs e mes fieus. / Guadez le ben, ja ne·l verrai des oilz. –


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
FAMILIAfilfilzproprioI - Cavaliere
HONOSonorhonursproprioI - Cavaliere
VIRTUSprodomeprozdoemproprioI - Cavaliere




Commento:

Gano al consiglio dichiara la sua intenzione di obbedire agli ordini e di partire per Saragozza, come ambasciatore di Carlo e della corte. Sa però che è una missione pericolosa e teme di non tornare: per questo affida al sovrano la cura della moglie e soprattutto di suo figlio, a cui lascia le cariche e i feudi. Gano è innanzitutto un cavaliere che affronta un pericolo che lo mette in difficoltà: la moglie (che però non ha una concretizzazione lessicale, se non in quanto sorella del sovrano), il figlio, suo erede, le cariche e i feudi sono la parte di sé che cerca di preservare dalla distruzione e che dunque costituiscono una parte importante della sua costruzione identitaria in quanto cavaliere e cortigiano.