Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Bernart de Ventadorn
BdT 70.12, Be m'an perdut lai enves Ventadorn

vv. 1-7
Be m'an perdut lai enves Ventadorn / tuih mei amic, pois ma domna no m'ama; / et es be dreihz que ja mais lai no torn, / c'ades estai vas me salvatj' e grama. / Ve·us per que·m fai semblan irat e morn: / car en s'amor me deleih e·m sojorn! / Ni de ren als no·s rancura ni·s clama.


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
AMORamaramaproprioA - Amato/amata
AMORamicamicproprioA - Sodale
AMORamoramorproprioI - Amante
MULIERdomnadomnaproprioA - Amato/amata
TRISTISgramgramaproprioA - Amato/amata
IRAiratiratproprioA - Amato/amata
SPATIUMlailaiproprioA - Amato/amata
A - Sodale
TRISTISmornmornproprioA - Amato/amata
PERDEREperdreperduttraslatoI - Amante
QUERIrancurarrancuraproprioA - Amato/amata
FERUSsalvatgesalvatj'traslatoA - Amato/amata
VULTUSsemblansemblanproprioA - Amato/amata




Commento:

Lai, a Ventadorn, patria del poeta, si trova l'amata: l'indeterminata polarità 'qui'-'là' caratteristica della poesia di Jaufre Rudel, trova così con Bernart una concreta collocazione spaziale. Lai rimane luogo dell'alterità, che l'io-lirico non può o non vuole raggiungere (qui per una sorta di scelta forzata: la dama non ricambia il suo sentimento, v. 2).

Come segnala LAZAR 1966, p. 246, l'idea (espressa ai vv. 5-7) che l'astio dell'amata nei confronti dell'amante dipenda dal solo fatto che egli la ama è ricorrente nell'opera del trovatore (cfr. BdT 70.10, v. 29, BdT 70.25, v. 32, BdT 70.27, vv. 50-51, BdT 70.28, vv. 45-46, BdT 70.29, v. 23).