Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Giacomo da Lentini
S'io doglio no è meraviglia

vv. 29-35
Sovente mi doglio e adiro, / fuggir mi fanno allegrezze; / tuttavia raguardo e miro / le suoe adornate fattezze, / lo bel viso e l'ornamento / e lo dolze parlamento, / occhi, ahi, vaghi e bronde trezze.


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
IRAadirareadiroproprioI - Amante
PULCHERadornatoadornateproprioA - Amato/amata
GAUDIUMallegrezzaallegrezzeproprioI - Amante
PULCHERbellobelproprioA - Amato/amata
COLORbiondobrondeproprioA - Amato/amata
QUERIdolersidoglioproprioI - Amante
DULCISdolcedolzetraslatoA - Amato/amata
CORPUSfattezzefattezzeproprioA - Amato/amata
VIDEREmiraremiroproprioI - Amante
OCULUSocchioocchiproprioA - Amato/amata
PULCHERornamentoornamentoproprioA - Amato/amata
DICEREparlamentoparlamentoproprioA - Amato/amata
VIDEREguardareraguardoproprioI - Amante
CAPUTtrecciatrezzeproprioA - Amato/amata
PULCHERvagovaghiproprioA - Amato/amata
VULTUSvisovisoproprioA - Amato/amata




Commento:

Il primo v. di questa stanza ripete, in anafora chiastica, quello della precedente (Dogliomi e adiro sovente, v. 22). Segue una descriptio puellae secondo i canoni tradizionali.

Al v. 30, fuggir mi fanno allegrezze è da intendere 'le gioie mi sfuggono' (cfr. ed. Antonelli, p. 310), con il verbo fare fraseologico, fuggir mi riflessivo per attivo e allegrezze genuino plurale (non quindi un singolare in -ITIE > -ezze, con esito dovuto alla trascrizione toscana del siciliano -izzi).