Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Giacomo da Lentini
Amando lungiamente

vv. 29-36
Se l'amor ch'eo vi porto / non posso dire in tutto, / vagliami alcun bon motto, / che per un frutto piace tutto un orto, / e per un bon conforto / si lassa un gran corrotto / e ritorna in disdutto: / a ciò non dotto, tal speranza porto.


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
AMORamoreamorproprioI - Amante
DICEREdiredireproprioI - Amante
I - Poeta
METUSdottaredottoproprioI - Amante
POMUMfruttofruttotraslatoI - Amante
I - Poeta
VERBUMmottomottoproprioI - Amante
I - Poeta
HORTUSortoortotraslatoI - Amante
I - Poeta
POSSEpoterepossoproprioI - Amante
I - Poeta
SPESsperanzasperanzaproprioI - Amante




Commento:

Incapace di esprimere compiutamente il proprio sentimento (cfr. ai vv. 27-28 appena precedenti, non posso dir di cento parti l'una / l'amor ch'eo porto a la vostra persona), l'io-lirico spera gli possa valere qualche parola ben detta (alcun bon motto).

L'immagine del singolo frutto che fa apprezzare tutto l'orto, di sapore proverbiale, trova qui la sua prima attestazione letteraria (sarà poi in Bertolomé Zorzi, BdT 74.1, v. 16, e, in area italiana, nel proemio del Novellino)