Area Lessicale | Lemma | Occorrenza | Senso | Accezione +/- | Identità/alterità |
---|---|---|---|---|---|
FATUM | escarir | escari | proprio | ||
FALLERE | falhir | failli | proprio | – | I - Amante I - Poeta |
LUDUS | jogar | jogar | traslato | I - Amante | |
ARS | mestier | mester | proprio | I - Amante I - Poeta | |
EDUCARE | noirir | noiri | proprio | ||
SCIENTIA | saber | sai | proprio | I - Amante | |
SPATIUM | vezin | vezi | proprio | A - Avversario/Avversaria |
Con "colui che mi allevò e mi diede in sorte un tanto bel mestiere" (vv. 22-23) l'autore pare intendere una figura maschile, secondo P. Canettieri "un vero e proprio maestro, un’uomo, che ha dato a Guglielmo questo mester come destino (escari)" (https://paolocanettieri.wordpress.com/article/guglielmo-ix-vers/). Il tan bon mester è, sulla base delle coblas precedenti, quello poetico, ma soprattutto, come apparirà chiaro a partire dal v. 25, quello amoroso. Si noti che negun è grammaticalmente maschile ma andrà riferito qui alle donne che hanno sperimentato tale mestiere.
Non è chiaro se quello di totz tocatz ('toccate tutti' o 'tutto toccato') evocato ai vv. 25-26 corrisponda a uno specifico gioco, ma il suo carattere erotico (si fa "sopra il cuscino") è fuori di dubbio. La metafora ludica in riferimento alle pratiche amatorie è largamente impiegata nella seconda pare del componimento (cfr. in particolare i vv. 30-31, 45, 62).
Altrove pseudonimo della donna amata (BdT 183.1, v. 26: Mon Bon Vezi), l'aggettivo sostantivato vezi sembra qui riferirsi a possibili rivali - più o meno effettivi - del conte di Poitiers in amore e in poesia.