Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Giuseppe Mascherpa
Marco Polo
Devisement dou monde

F 56 11-12
Me si voç di que l'en hi trouve une tel mervoie com je voç conterai. Il est voir que quant l'en chavauche de noit por cest deçert et il avent couse qe aucun reumangne et s'eçvoie de seç conpains por dormir ou por autre chouse et il vuelt puis aler por jungnire seç conpagnons, adonc oient parlere espiriti en mainiere qe senblent que soient sez conpagnons, car il les appellent tel fois por lor nom et plosors foies les font devoier en tel mainere qu'il ne se trevent jamés, et en ceste mainere en sunt ja mant mort et perdu


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
SPIRITUSesperitespiritiproprioA - Demonio
A - Esotico
A - Meraviglioso
MIRABILIAmerveillemervoieproprioA - Esotico
A - Meraviglioso




Commento:

Nel repertorio simbolico delle civiltà di ogni epoca il deserto ha sempre rappresentato una delle più imponenti e spaventose alterità geografiche, un luogo di smarrimento fisico e spirituale nel quale sono all'ordine del giorno le manifestazioni del maligno - così, almeno, erano interpretati i fenomeni allucinatori visivi e uditivi e le modulazioni sonore del vento attraverso i grandi spazi vuoti. Non fa eccezione il deserto di Gobi ('deserto di Lop' per Marco Polo e altri autori), popolato di spiriti ingannevoli e attraversato da suoni misteriosi in grado di sviare le carovane (cf. YULE 1903, I, pp. 181-183, n. 2; MéNARD 2001-2009, II, p. 62).