Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Jaufre Rudel
BdT 262.3, Non sap chantar qui so non di

vv. 19-22
anc tan suau no m'adurmi / mos esperitz tost no fos la, / ni tan d'ira non ac de sa / mos cors ades no fos aquí


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
TEMPUSancancproprioI - Amante
SPATIUMaquíaquíproprioI - Amante
CORPUScorscorsproprioI - Amante
SPIRITUSesperitesperitzproprioI - Amante
SPATIUMlailaproprioI - Amante
A - Amato/amata
CUBAREs'adormirm'adurmiproprioI - Amante
SPATIUMsaisaproprioI - Amante




Commento:

La lontananza - "matrice espressiva che genera un campo semantico immaginabile come un’ellisse, i cui fuochi sono il sa (luogo della materialità della vita empirica) e il la (luogo ideale, dov’è l’oggetto dell’istanza amorosa): veri e propri centri gravitazionali di due costellazioni sinonimiche contrapposte, attivate dalla proliferazione lessicale che i loro impulsi contrastanti producono nella scrittura" (ed. Chiarini, p. 45) - è cruciale nella poetica di Jaufre Rudel (cfr. la cosiddetta "canzone dell'amor de lonh", BdT 262.2, ma pure un sintagma come amor de terra lonhdanaBdT 262.5, v. 8).

In tale contesto, il sonno è (non-)luogo d'elezione per l'incontro con l'alterità femminile (cela, v. 10) benché solo mediante l'esperit: cfr. BdT 262.4, vv. 33-36, Lai es mos cors si totz c’alhors / non a ni sima ni raitz, / et en dormen sotz cobertors / es lai ab lieis mos esperitz (si noti, nel contesto del rimando intertestuale interno, il consueto bisticcio tra cors, 'corpo', in BdT 262.3 e cors, 'cuore', in 262.4).