Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Giacomo da Lentini
Dolce coninzamento

vv. 31-40
Al mio vivente, amore, / io non ti falliraggio / per lo lusingatore / che parla tal fallaggio, / ed io sì t'ameraggio / per quello ch'è salvaggio; / Dio li mandi dolore, / unqua non vegna a maggio: / tant'è di mal usaggio / che di stat'à gelore».


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
AMORamoreamoretraslatoA - Amante
DEUSDioDioproprioA - Dio
FALSUSfallaggiofallaggioproprioA - Avversario/Avversaria
FALLEREfallirefalliraggioproprioI - Amato/amata
FRIGUSgeloregeloretraslatoA - Amato/amata
FALSUSlusingatorelusingatoreproprioA - Avversario/Avversaria
MALUSmalemalproprioA - Avversario/Avversaria
DICEREparlareparlaproprioA - Avversario/Avversaria
FERUSselvaggiosalvaggiotraslatoA - Avversario/Avversaria
MOSusaggiousaggioproprioA - Avversario/Avversaria




Commento:

Canzonetta che riporta una sorta di "monologo dialogato, ovvero aperto alle battute dell'interlocutore" (ed. Antonelli, p. 338). Quello che viene cantato è un amore che conosce la reciprocità, come dimostra questa stanza, incentrata sul motivo del bacio. Questa stanza conclude, con la canzone, il discorso della donna, iniziato al v. 28 (e disse: «Ie t’ameraggio...).