Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Jaufre Rudel
BdT 262.2, Lanquan li jorn son lonc en mai

vv. 3-4
quan me sui partitz de lai / remembra·m d'un amor de lonh


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
AMORamoramortraslatoA - Amato/amata
SPATIUMlailaiproprioA - Amato/amata
SPATIUMlonglonhproprioA - Amato/amata
MEMINISSEremembrarremembraproprioI - Amante




Commento:

La lontananza - espressa anche come discrasia tra un "qui" disforico e un "là", luogo più o meno raggiungibile dell'amore (cfr. ad es. BdT 262.3, vv. 19-22) - è cruciale nella poetica di Jaufre Rudel.

Si ha qui la prima occorrenza del sintagma (amor) de lonh che ricorrerà in ogni strofa del testo (cfr. anche amor de terra lonhdana, BdT 262.5, v. 8) e per il quale la critica ha proposto le interpretazioni le più diverse (fondamentale per orientare gli studi successivi la lettura di SPITZER 1944, che pone al centro del discorso ermeneutico il "paradosso amoroso").

Nella convinzione che l'eventuale presenza di un secondo livello di senso (comunque spesso ben poco afferrabile e definibile) non possa obliterare il primo e più immediato, nello schedare le occorrenze di questo componimento ci atteniamo ad un'interpretazione il più possibile letterale (che non significa "biografica": non ci si pone, in questa sede, la questione della veridicità di ciò che il poeta racconta) del testo, quale quella proposta, ad es., da ZUFFEREY 2009 (a cui si rimanda anche per le indicazioni bibliografiche relative all'abbondante letteratura critica su BdT 262.2).