Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Bernart de Ventadorn
BdT 70.18, E mainh genh se volv e·s vira

vv. 22-28
Per mo grat eu m'en jauzira; / e pel bo talan qu'eu n'ai, / m'es veyaire que be·m vai. / Gardatz: s'ela·m fos vezina, / s'eu n'agra re mai? / Eu oc, c'aissi m'o aurai, / s'a lei platz que·m retenha.


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
BONUSbenbeproprioI - Amante
VIDEREgardargardatzproprioA - Pubblico
GAUDIUMjauzirjauziraproprioI - Amante
CUPEREtalentalanproprioI - Amante
SPATIUMvezinvezinaproprioA - Amato/amata




Commento:

Se l'amata, come di consueto lontana, fosse 'vicina' (v. 25), l'amante otterrebbe qualcosa in più? Sì, a patto che ella lo voglia tenere presso di sé (v. 28). La conclusione della canzone prefigura la possibilità uno scioglimento positivo, con l'annullamento della distanza che caratterizza tradizionalmente il rapporto di fin'amor.

L'allocuzione al pubblico (gardatz, v. 25) pare qui una pura zeppa retorica.