Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Guglielmo IX
BdT 183.1, Ab la dolchor del temps novel

vv. 19-24
Enquer me menbra d'un mati / que nos fezem de guerra fi / e que·m donet un don tan gran: / sa drudari' e son anel. / Enquer me lais Dieus viure tan / qu'aia mas mans soz son mantel!


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
VESTISanelanelproprioA - Amato/amata
DONUMdondonproprioA - Amato/amata
AMORdrudariadrudari'proprioA - Amato/amata
PACTUMfinfitraslatoI - Coppia
BELLUMguerraguerratraslatoI - Coppia
MANUSmanmansproprioI - Amante
VESTISmantelmantelproprioA - Amato/amata
NOSnosnosproprioI - Coppia




Commento:

Al v. 20, fezem de guerra fi significa probabilmente 'facemmo la pace dopo un litigio' (cfr. DI GIROLAMO 1989, p. 40); difficile, trovare, infatti, presso i poeti lirici medievali, occorrenze sicure di guerra a indicare, come nei poeti classici, il metaforico "corpo a corpo" dell’atto sessuale. A suggello della pacificazione, reale o metaforica, la dama dona all'amante il proprio anello, pegno d'amore (così andrà intesa l'endiadi sa drudari' e son anel). Tale anello e il 'mantello' sotto cui l'amante auspica di poter 'mettere le mani' rimandano al rituale dell'investitura vassallatica, non senza comportare un evidente doppio senso erotico.