Area Lessicale | Lemma | Occorrenza | Senso | Accezione +/- | Identità/alterità |
---|---|---|---|---|---|
AUDIRE | auzir | auzes | proprio | A - Pubblico | |
OSTENTARE | gabar | gaber | proprio | I - Amante | |
LUDUS | joc | joc | traslato | I - Amante | |
LUDUS | jogar | jogav | traslato | I - Amante |
A partire da questa strofa, la vanteria si fa autoironica, con il racconto - a quanto si può capire al di sotto della metafora ludica - di una défaillance erotica, cui l'esperto amante tenterà di rimediare con tutte le sue armi: i suoi "dadi" (vv. 58-62), per quanto sminuiti dall'amata (v. 51).
Questa una traduzione possibile: "Per quanto mi sentiate vantarmi, l'altro giorno fui respinto: giocavo a un gioco pesante, che all'inizio andava fin troppo bene, finché non fu messo sul tavolo; quando guardai, non mi riuscì più e si cambiò". Ma i vv. 48-49, e soprattutto l'espressione no m'ac plus mester, non sono del tutto chiari.