Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Chrétien de Troyes
RS. 1664, D'Amors qui m'a tolu a moi

vv. 28-36
Onques du buvrage ne bui / dont Tristan fu enpoisonnez ; / mes plus me fet amer que lui / fins cuers et bone volentez. / Bien en doit estre miens li grez, / qu'ainz de riens efforciez n'en fui, / fors que tant que mes euz en crui, / par cui sui en la voie entrez / dont ja n'istrai n'ainc n'en recrui


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
AMORameramerproprioI - Amante
CORcuercuerstraslatoI - Amante
VISesforcierefforcieztraslatoI - Amante
VENENUMempoisonerenpoisonneztraslatoI - Amante
OCULUSueileuzproprioI - Amante
PERFECTUSfinfinsproprioI - Amante
PLACEREgrégrezproprioI - Amante
ABDICARErecroirerecruitraslatoI - Amante
VELLEvolentévolentezproprioI - Amante




Commento:

In questa strofa, centrale nella canzone come nella poetica di Chrétien, compare la polemica contro la concezione "tristaniana" dell'amore (per cui si veda anche il Cligés dello stesso autore): il sentimento non è frutto di una tragica fatalità, simboleggiata dal buvrage (il filtro bevuto dai due amanti nei romanzi di Thomas e Béroul), bensì di una libera adesione (di "cuore" e "volontà") alla passio penetrata nell'io-lirico a partire dalla visione della dama (in linea con la celeberrima posizione di Andrea Cappellano, generalmente ribadita dai poeti lirici).