Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Jaufre Rudel
BdT 262.4, Pro ai del chan essenhadors

vv. 33-36
lai es mos cors si totz c'alhors / non a ni sima ni raitz, / et en dormen sotz cobertors / es lai ab lieis mos esperitz


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
CORcorcorsproprioI - Amante
CUBAREdormirdormenproprioI - Amante
SPATIUMlailaiproprioI - Amante
A - Amato/amata




Commento:

L'ed. Chiarini, isolato, intende cors < CORPUS, traducendo i vv. 33-34: «Laggiù si trova la mia persona, che altrove non ha cima né radice». Ma cors vale evidentemente 'cuore': il sonno, annichilendo la componente fisica, pare permettere il ricongiungimento dell'esperit dell'amante al suo cuore, costantemente presso l'amata. Per il motivo del sonno come luogo privilegiato dell'incontro amoroso, ricorrente in Jaufre Rudel, cfr. BdT 262.3, vv. 19-22, anc tan suau no m'adurmi / mos esperitz tost no fos la, / ni tan d'ira non ac de sa / mos cors ades no fos aquí (qui cors vale effettivamente 'corpo': il bisticcio ossimorico è consueto nella lirica trobadorica e non deve stupire nel contesto dell'intertestualità interna).