Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Bernart de Ventadorn
BdT 70.4, Amors, e que·us es veyaire?

vv. 17-24
Ab Amor m'er a contendre, / que no m'en posc estener, / qu'en tal loc me fai entendre / don eu nul joi non esper / anceis me fari' a pendre / car anc n'aic cor ni voler; / mas eu non ai ges poder / que·m posca d'Amor defendre.


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
AMORamorAmortraslatoA - Amore
CERTAMENcontendrecontendretraslatoI - Amante
A - Amore
CORcorcortraslatoI - Amante
CERTAMENdefendredefendretraslatoI - Amante
CUPEREentendreentendreproprioI - Amante
SPESesperaresperproprioI - Amante
ABSTINENTIAestenerestenerproprioI - Amante
GAUDIUMjoi(a)joiproprioI - Amante
SPATIUMlocloctraslatoA - Amato/amata
POSSEpoderpoderproprioI - Amante
POSSEpoderposcproprioI - Amante
POSSEpoderposcaproprioI - Amante
VELLEvolervolerproprioI - Amante




Commento:

Continua la recriminazione contro Amore iniziata nelle due coblas precedenti. Manca, in questa come nelle successive, l'allocuzione diretta al sentimento personificato (cfr. invece i vv. 1 e 16).

La rappresentazione in uno spazio fortemente polarizzato del rapporto amoroso (al v. 19 loc indica chiaramente l'amata; altrove, e di frequente, il vettore sai-lai, 'qui'-'là' è esplicitato), iniziata in senso metaforico dai primi trovatori (si pensi soprattutto al Jaufre Rudel dell'amor de lonh), trova in Bernart de Ventadorn la sua più completa manifestazione.