Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Conon de Béthune
RS. 303, Si voiremant con cele don je chant

vv. 1-4
si voiremant con cele don je chant / valt melz que totes les bones qui sont, / et je l'aim plus que rien qui soit el mont, / si me doint Dieus s'amor sens decevoir


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
AMORameraimproprioI - Amante
AMORamoramortraslatoA - Amato/amata
CANEREchanterchantproprioI - Amante
I - Poeta
DEUSDieuDieusproprioA - Dio
DONUMdonerdointproprioA - Dio
VIRTUSvaloirvaltproprioA - Amato/amata




Commento:

Incipit metapoetico consueto per Conon de Béthune (cfr. RS. 629, 1314, 1837). Qui l'argomento del canto è esplicitamente l'amata (cele; cfr. anche v. 10).

Se spesso la dinamica triangolare che si instaura nel rapporto amoroso descritto dai trovieri prevede l'intervento di Amore personificato (solidale o meno, a seconda dei casi), qui è Dio a essere chiamato in aiuto dall'amante, con una concretezza - si noti la specificità dell'auspicio: che sia Dio in persona a "donare l'amore della donna" - che pare andare ben al di là delle frequenti formule deprecative del tipo si m'ait Dieus (cfr. anche il seguente v. 6).