Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Giacomo da Lentini
Poi no mi val merzé né ben servire

vv. 9-18
Sofferente seraggio al so piacere, / di bon core e di pura leanza / la servo umilemente: / anzi vorrea per ella pena avere / che per null'altra bene con baldanza, / tanto le so' ubidente. / Ardente son di far suo piacimento, / e mai no alento d'aver sua membranza, / in quella in cui disïo spessamente.


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
ALIUSaltroaltraproprioA - Donna
IGNISardereardentetraslatoI - Amante
GAUDIUMbaldanzabaldanzaproprioI - Amante
BONUSbenebenetraslatoI - Amante
BONUSbuonobonproprioI - Amante
CORcuorecoretraslatoI - Amante
CUPEREdesiaredisïoproprioI - Amante
FIDESleanzaleanzaproprioI - Amante
MEMINISSEmembranzamembranzaproprioI - Amante
AFFLICTIOpenapenaproprioI - Amante
PLACEREpiacerepiacereproprioA - Amato/amata
PLACEREpiacimentopiacimentoproprioA - Amato/amata
PERFECTUSpuropuraproprioI - Amante
SERVUSservireservotraslatoI - Amante
PATIsoffriresofferenteproprioI - Amante
OBOEDIREubbidireubidenteproprioI - Amante
HUMILISumileumilementeproprioI - Amante
VELLEvolerevorreaproprioI - Amante




Commento:

Come segnala l'ed. Antonelli (pp. 318-320), questa canzone a coblas rigorosamente capfinidas, incentrata sulla "problematica della separazione", sviluppa, in dialogo con trovatori (si noti la ripresa incipitaria di Daude de Pradas, BdT 124.13, Pois merces no·m val ni aiuda, e poi soprattutto il rapporto intertestuale con Gaucelm Faidit, BdT 167.63, Trop malamen) e altri poeti italiani (in part. Iacopo Mostacci, Umile core, e Guido Guinizzelli, Madonna, il fino amor) il tema del leale servizio d'amore: secondo Giacomo da Lentini (contro, ad es., la posizione di Bernart de Ventadorn nella celeberrima canzone della lauzetaBdT 70.43), esso comporta l'incrollabile costanza dell'amante anche quando sia l'amante ad allontanarlo con un'ingiusta accusa di infedeltà (cfr. vv. 32, dice che ’n altra parte ò mia ’ntendanza, e 35, far misleanza). In questo senso, emerge in più punti (vv. 14, 32, 36-39),  il rifiuto esplicito del coinvolgimento amoroso con qualsiasi altra donna.