Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Jaufre Rudel
BdT 262.2, Lanquan li jorn son lonc en mai

vv. 33-35
ai! Car me fos lai pelegris, / si que mos fustz e mos tapis / fos pels sieus belhs huelhs remiratz!


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
PULCHERbelbelhsproprioA - Amato/amata
OCULUSolhhuelhsproprioA - Amato/amata
SPATIUMlailaiproprioA - Amato/amata
SACRApelegrinpelegrisproprioI - Amante
SACRApelegrinpelegristraslatoI - Amante




Commento:

Il "pellegrinaggio d'amore" (per cui, come per il rapporto intertestuale che lega piuttosto palesemente questo testo al "vers del gatto rosso" di Guglielmo IX, BdT 183.12, in cui l'autore si finge pellegrino e muto per poter approfittare sessualmente di due dame, si veda BOLOGNA-FASSO 1991) si sovrappone e si confonde qui con quello ad loca santa (i riferimenti diretti a Dio sono, in questa parte del testo, tanto abbondanti da poter difficilmente essere considerati incidentali: cfr. vv. 23, 29, 36). Ciò ha fatto ritenere a una parte cospicua della critica che il poeta Jaufre Rudel alluda a una donna d'Oltremare (dando fede al celebre racconto della vida) oppure ad una propria presenza in Terrasanta, lontano dall'amata rimasta in Europa (questa la tesi di TAVANI 2015).