Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Chrétien de Troyes
RS. 1664, D'Amors qui m'a tolu a moi

vv. 19-27
Dame, de ce que vostres sui, / dites moi se gre m'en savez. / Nenil, se j'onques vous conui, / ainz vous poise quant vous m'avez. / Et puis que vos ne me volez, / dont sui je vostres par ennui. / Mes se ja devez de nului / merci avoir, si me souffrez, / que je ne sai servir autrui


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
ALIUSautreautruiproprioA - Donna
POTIRIavoiraveztraslatoA - Amato/amata
MULIERdamedameproprioA - Amato/amata
DISPLICEREenuiennuiproprioA - Amato/amata
MISERICORDIAmercimercitraslatoA - Amato/amata
GRAVISpeserpoiseproprioI - Amante
A - Amato/amata
SCIENTIAsavoirsaiproprioI - Amante
SERVUSservirservirtraslatoI - Amante
VELLEvoloirvolezproprioA - Amato/amata




Commento:

L'apostrofe all'amata, momento cruciale (per quanto più formale che sostanziale) del confronto con l'alterità principale del genere lirico, compare nella poesia dei trovieri fin dai suoi esordi (questa canzone di Chrétien è tra le primissime della lirica oitanica). Presso i trovatori, invece, tale espediente espressivo è pressoché ignoto prima di Bernart de Ventadorn (non a caso contemporaneo e interlocutore poetico di Chrétien).