Area Lessicale | Lemma | Occorrenza | Senso | Accezione +/- | Identità/alterità |
---|---|---|---|---|---|
AMOR | amor | amor | proprio | – | I - Poeta |
EQUUS | caval | chivau | traslato | A - Amato/amata A - Donna | |
CUBARE | dormir | durmen | proprio | I - Amante | |
CUBARE | dormir | durmen | traslato | I - Poeta | |
CANERE | trobar | fo trobatz | proprio | I - Poeta | |
IUVENIS | joven | joven | proprio | – | I - Poeta |
NIHIL | nien | nien | proprio | I - Poeta | |
CANERE | vers | vers | proprio | I - Poeta |
Per l'interpretazione del dreit nien che ha fatto scorrere i proverbiali fiumi di inchiostro da parte della critica, si veda il punto di ZINK 2015, pp. 65-67, e la bibliografia ivi citata. Quanto alla sequela di negazioni (cfr. anche i vv. 7-10: No sai en qual hora·m fui natz, / no soi alegres ni iratz, / no soi estranhs ni soi privatz, / ni no·n puesc au), “lo scopo per cui l’autore utilizza la contemporaneità lessicale e semantica di elementi ‘opposti’ può essere provvisoriamente definito come quello di ricreare un’atmosfera di incertezza psicologica e insicurezza conoscitiva, anche nei confronti del proprio Io” (PASERO 1968, p. 116, a partire da KOEHLER 1964). Meno propensa a prendere sul serio la portata psicologica e filosofica delle affabulazioni guglielmine LAWNER 1968.
C'è chi legge nel dormir la cornice di un sogno più o meno inquietante ("l'intero vers può essere interpretato - in proiezione - come un incubo che abbia colto l'autore nel narcisistico abbandono ‘virile’ dopo il possesso, dopo l’appagamento del desiderio”, MILONE 1980, p. 134), chi lo intende come uno "stato comatoso" (CANETTIERI 2014, p. 399) e chi, infine, vi trova una semplice strategia di distanziamento, "une sorte de brouillard pour voiler la réalité" (MENARD 1991, p. 346). Ma l'immagine del comporre nel sonno, come pure a cavallo, è forse da intendere come un'espressione più o meno autoironica di modestia (cfr. GAMBINO 2012, p. 441): va segnalato che le due componenti qui riunite si trovano in genere in alternativa (ad es. Venanzio Fortunato nella praefatio ai suoi carmina afferma di averli composti aut equitando aut dormitando) e che la loro originale fusione, ricorrente poi nella letteratura cavalleresca (si veda, su tutti, il romanzo occitano Jaufre), è del tutto in linea con l'atteggiamento provocatorio del primo trovatore.
Per quanto la metafora della donna-cavallo sia consueta in Guglielmo IX, pare da escludere che qui il chivau vada inteso in questo senso (cfr. RIQUER 1975, vol. 1, p. 113).