Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Jaufre Rudel
BdT 262.2, Lanquan li jorn son lonc en mai

vv. 47-49
so qu'ieu vuelh m'es atahis / qu'enaissi·m fadet mos pairis / qu'ieu ames e non fos amatz


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
AMORamaramesproprioI - Amante
MAGIAfadarfadetproprioI - Amante
A - Avversario/Avversaria
AMORamarfos amatzproprioI - Amante
FAMILIApairinpairisproprioA - Avversario/Avversaria
FAMILIApairinpairistraslatoA - Avversario/Avversaria




Commento:

"L’egemone pulsionale che domina l’ispirazione di questa poesia ... è un disperato sentimento di privazione che alimenta l’istanza perennemente inappagata di congiungimento dell’io con l’altro sentito come termine di un irraggiungibile quanto delicato equilibrio. Uno stato d’animo, insomma, di derelizione, non empiricamente orientato verso una persona reale, ma, per così dire, consustanziale e ontologico: segno di un destino irrevocabile, simboleggiato dal pairis" (ed. Chiarini, p. 44). Questa figura - che si tratti di un effettivo "padrino" oppure, per traslato, di persona legata al trovatore da un rapporto di tutela e formazione poetico-amorosa - sarebbe, secondo parte della critica, Guglielmo IX, con il cui "vers de dreit nien" questo componimento condivide il motivo della "fatagione" (qu'enaisi fui de nueit fadatz / sobr'un pueg auBdT 183.7, vv. 11-12).

Lo hapax atahis è il prodotto di una congettura avanzata da Alfred Jeanroy per un luogo colpito da diffrazione. L'ed. Chiarini, accogliendolo a testo, lo intende, sulla scorta di RONCAGLIA 1949, nel senso di "vietato". Per altre proposte ecdotiche, si vedano la pagina dedicata alla questione dal Dictionnaire de l'occitan médiéval (DOM: http://www.dom-en-ligne.de/dom.html?, sotto il lemma ataïṉ) e la nota di Antonella Martorano al testo Chiarini consultabile in RIALTO (http://www.rialto.unina.it/JfrRud/262.2(Chiarini).htm).