Repertorio di lessico e immagini dell'identità e dell'alterità nella letteratura dell'Europa medievale

Passi

responsabile della scheda: Federico Saviotti
Giacomo da Lentini
Donna, eo languisco e no so qua·speranza

vv. 11-20
Amore non fue giusto partitore, / ch'io pur v'adore – e voi non mi 'ntendate: / sì com'eo presi a voi merzé chiamare, / ben dovea dare – a voi cor di pietate; / ca tutesor cad eo merzé chiamasse, / in voi, donna, trovasse / gran core d'umiltate; / se non tut[t]e fïate / facestemi a lo meno esta 'mistanza, / mille merzé valesse una pietanza.


Area LessicaleLemmaOccorrenzaSensoAccezione +/-Identità/alterità
AMORamistanza'mistanzatraslatoA - Amato/amata
AUDIREintendere'ntendateproprioA - Amato/amata
VENERARIadorareadoretraslatoI - Amante
AMORamoreAmoretraslatoA - Amore
CORcuorecortraslatoA - Amato/amata
CORcuorecoretraslatoA - Amato/amata
MULIERdonnadonnaproprioA - Amato/amata
IUSgiustogiustoproprioA - Amore
MISERICORDIAmercémerzéproprioA - Amato/amata
MISERICORDIApietanzapietanzaproprioA - Amato/amata
MISERICORDIApietàpietateproprioA - Amato/amata
HUMILISumiltàumiltateproprioA - Amato/amata




Commento:

In questa canzone centrale è il tema della merzé(de) - il sostantivo ricorre ossessivamente in tutte le stanze - non concessa dall'amata, la cui richiesta diventa quindi l'essenza stessa, e la sostanza verbale prima di tutto, del discorso amoroso.